PSICOTERAPIA … quel RESTAURO CONSERVATIVO
In tutti i miei anni di lavoro, di ascolto e condivisione di storie mi sono resa conto che l’aspettativa e la richiesta del dolore dell’altro era di “poter essere riparato”.
Che le ferite inferte potessero guarire, scomparire le cicatrici.
Di ciascuna ferita l’altro mi ha portato una narrazione, il racconto della sua storia.
Cosa restituire di questo ascolto quando l’altro ci sta affidando i “pezzi” e l’impotenza e il dolore per tutto quello che sente rotto e danneggiato?
In questo ascolto ho tentato sempre di accogliere e custodire i pezzi che mi venivano via via consegnati, e tutto il dolore e il rimpianto nella rievocazione di quello che era intero, di quando era intero, talvolta anche perché intero non era mai riuscito a riconoscersi.
Perchè il Kintsugi
Un giorno mi è capitato di leggere con curiosità un articolo sul restauro.
Ho scoperto così che ci sono due diverse procedure di riparazione di oggetti danneggiati dal tempo o da un evento imprevisto:
il restauro integrativo che, talvolta prevede anche il ripristino di parti mancanti o il rifacimento ex novo dell’oggetto danneggiato.
E il restauro conservativo che, consolidando la struttura esistente, e salvaguardando, dove possibile, i segni e i “danni” acquisiti nel tempo, rincolla-ricompone tutte le parti dell’oggetto danneggiato anche se tarlate, degradate, senza aggiungere o togliere nulla.
Non ci sarà quindi un oggetto nuovo ma il restauro rispetterà e renderà protagonista la storia di quell’oggetto nella sua unicità e peculiarità restituendogli tutto il senso del tempo trascorso.
Per far questo è prima di tutto necessario un accurato lavoro di ricostruzione della storia dell’oggetto danneggiato, quando e dove l’oggetto è stato creato e quali materiali sono stati utilizzati per realizzarlo, costruirlo.
Solo a questo punto sarà possibile progettarne il restauro restando fedele alla storia e al senso di quell’oggetto.
Si restaura ciò che è unico e non può essere sostituito.
Si restaura ciò che ha una storia, ciò che è consumato dal tempo e che è segnato dal passato.
Al restauratore è richiesto un profondo rispetto dell’esistente e un’attenzione completa e minuziosa.
Psicoterapia online... "un ascolto possibile"
Ho iniziato ad effettuare “terapie a distanza “ nel 2005.
in virtù di circostanze assolutamente eccezionali.
Si trattava di miei pazienti che, per motivi familiari, e di studio si stavano trasferendo in altri paesi, definitivamente o per lunghi periodi.
Dopo molta riflessione e molti confronti con loro, mi sono resa disponibile alla richiesta di continuare la terapia online e ci siamo riservati di valutare insieme l’efficacia di questa modalità.
Questa modalità di terapia si costituiva allora, come una assoluta novità per me :
ricreare la dimensione dell’ascolto, di un ascolto “analitico”, in assenza dell’altro, in una dislocazione e in una distanza spaziale che non doveva compromettere la condizione di vicinanza e relazione, necessaria a tale ascolto rinunciando alla comunicazione potente che la presenza del corpo impone alla relazione.
Questo inizio mi ha consentito la sperimentazione di una modalità che, negli anni, e, per anni, mi ha permesso di fornire una risposta alla richiesta di aiuto sia a coloro per i quali sarebbe altrimenti difficile o impossibile accedere ad un percorso di analisi in presenza, sia a persone che si erano trasferite in altri paesi.
Vogliamo entrare in contatto?
Se pensi di aver bisogno di un consulto o se pensi di non averne bisogno ma sei arrivato a leggere fin qui forse dovresti scrivermi due righe!